Mio dolce Ivan,
sconcerto, rabbia e disperazione mi rendono ancora adesso impossibile dire qualcosa di sensato, trovare un insieme di parole che possano esprimere in qualche modo quello che sei per me… Non sono preparata a questo.
Eppure voglio provare, perché tu (ancora prima che lo facesse la vita) mi hai insegnato che a volte c’è un solo momento buono per dire qualcosa, e che se si perde quell’attimo si è persa per sempre un’occasione.
Allora, provo a non perderla. Provo ad unire la mia voce a quella di altri/e.
Mi assalgono in un modo innaturale centinaia di immagini, di circostanze, di frasi, di parole che abbiamo condiviso insieme, e in mezzo a tutta questa ricchezza e varietà di ricordi, mi perdo con una facilità che è disarmante.
Mi accorgo che esiste, alla base della mia storia, un terreno solido, resistente, formato da poche persone, poche presenze decisive, che hanno reso stabile il mio camminare.
Tu sei una di queste.
Per questo adesso mi è impossibile descrivere in poche righe il contributo che hai dato alla mia vita.
Impossibile descrivere l’entusiasmo che mi hai insegnato a provare di fronte ad ogni cosa del mondo: è tutto racchiuso in una risata, in una battuta, o magari in una imprecazione detta in veneto.
Niente ti lasciava mai indifferente. La realtà vista attraverso il tuo sguardo diventava subito un groviglio complesso che a te piaceva provare a districare. Lo facevi con pazienza e testardaggine, mosso a volte da curiosità a volte da rabbia, ma dedicando sempre tanta
attenzione a chi ti circondava.
Sei sempre stato paziente e generoso, ipersensibile ad ogni forma di vita.
Mi ricordo, per esempio, di te con Bacco, di quando andavamo ad addestrarlo la domenica mattina. Eri buffo immerso nel ruolo di colui che elargisce ricompense e castighi, non sembravi tanto a tuo agio eppure lo facevi, impegnandoti come sempre al meglio possibile.
Io ti ho chiesto perché ci tenessi tanto ad addestrare Bacco e tu hai risposto che cercavi di dare un senso almeno alla vita del tuo amato cane.
“Una vita senza senso è una tortura”, dicevi.
Così, mentre addestravi Bacco, hai insegnato a me, adolescente maldestra e piena di paure, ad aver fame di un significato nella vita.
Non ti ringrazierò mai abbastanza per questo.
Adesso che sono qui, immersa in una situazione che mi sembra davvero irreale e per la quale non trovo soluzioni, mi accorgo, semplicemente, che tu fai parte delle mie radici, delle fondamenta della mia storia.
Mi impressiona constatare quanti dettagli di te porto dentro, e in che modo meraviglioso questi mi abbiano aiutata a crescere, ad andare avanti, anno dopo anno, anche quando ci vedevamo molto meno.
Solo questo riesco a dirti, adesso, delle mille cose possibili. Non riesco ad elencare le tue qualità, e nemmeno i tuoi difetti. Non riesco a descrivere i tanti ricordi. Non riesco a mettere ordine alle emozioni, a collocarti da qualche parte, a trovarti un posto.
A te non piaceva avere “un posto”. Tu avevi bisogno di spazio….
Allora voglio chiudere questo scritto (che sta diventando inevitabilmente fin troppo patetico per noi!) aiutandomi con alcune tue parole.
Sono prese da una lettera dell’inverno del 1992. Eri in viaggio, tanto per cambiare…
Le voglio condividere perché ti descrivono meglio di come potrei fare io in questo momento, e perché parlano della tua vita:
“… c’è qualcosa in questo grigio inverno che viviamo che mi riempie il cuore,
una speranza che accompagna il mio spirito lungo il cammino,
una forza nuova che mi ribolle nel sangue come il cuore di un vulcano.
E questo qualcosa sono io, io che sto cercando di vivere la vita senza sfuggirla, all’inseguimento di sogni che potrebbero non soddisfarmi mai…”
A distanza di anni possiamo dire che hai ottenuto e suscitato molte di queste soddisfazioni…
Mi è bastato vedere quante amiche e quanti amici hai radunato in questi giorni dai quattro angoli del pianeta, e mi è bastato sentire o leggere le loro parole, per trovare dentro di me la conferma di quale tesoro sei stato per chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerti.
Ti vedo adesso camminare nel verde, le scarpe piene di fango, con Bacco al tuo fianco. Ridi, tiri un bastone perché sai che a Bacco piace giocare con te più di ogni altra cosa. E Bacco ti riporta sempre il bastone, perché l’amore è generoso…
Olga
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