Ciao "Ivn", vorrei poterti abbracciare amico mio. Poterti chiamare con tutti i tuoi soprannomi, con il nostro slang. Vorrei poter vedere il tuo splendido sorriso, spesso beffardo, i tuoi scatti di rabbia. Poter rispondere alle tue domande. Continuare a ragionare. Amico "omone", vorrei rivedere quel lampo nei tuoi occhi intelligenti. Vorrei non doverti ricordare. Ci siamo conosciuti bambini, noi figli di mamme grandi amiche già prima della nostra nascita. Polpette alle melanzane, Villa Borghese, le nostre case, le nostre famiglie. Io te e Vale, tre gemelli. Amico "Ivanaskaia" vorrei giocare con te, come abbiamo sempre fatto. Come da bambini a pallone dentro la tua stanza, distruggendo quello che era possibile distruggere. Abbiamo sempre giocato Ivan! a carte, a risiko, a worms. Ricordi le nostra urla quella sera stellata a Mompeo?; "ti attacco con tre"!!! "nazista infame" rispondevi dandomi uno spintone. Di fronte casa, seduti al tavolo con i nostri carammatini (i tuoi dovevano essere sempre neri) tiravamo i dadi bestemmiando le nostra grida d'attacco!. Il tempo passato assieme, amico, è sempre stato quello più bello. Il nostro tempo libero vissuto giocando; da bambini, da adolescenti, da adulti… Abbiamo continuato a farlo, fino all'ultima volta che ci siamo visti poche ore prima di Italia Spagna. Abbiamo giocato a pallone, come tante altre volte nel campetto di Vigna Mangani, due contro due; ti ho battuto due volte, io con Francesco, tu con Vale. Non ci sei rimasto male…, hai sorriso, beffardamente, alla sconfitta. Amico "svaccone" non avresti potuto giocare con i tuoi amici, ma lo facevi, lo volevi. Hai vissuto quello che volevi vivere. Hai scelto, sempre. Avevi questa consapevolezza, ne abbiamo parlato assieme. Oggi c'è un pezzo, grosso come te, che da me si è staccato per sempre; per lo meno per il tempo che mi rimane. Con me sei sempre stato sensibile, intelligente, generoso. Così ti ricordo amico mio. Oggi non ci sei. Ti porto con me, te lo prometto. Posso soltanto questo, ora, amico mio.
Leave a reply