Carissimo Ivan
Sto provando un dolore profondo e inconsolabile.
Ti ho conosciuto in Palestina in quella terra che amavi tanto, mi hai
aperto il cuore con il tuo dolce sorriso e la tua rara intelligenza.
Ci conoscevamo da poche ore e mi hai detto: domani voglio cercare di
entrare a Ramallah vieni?!
Ed entrammo insieme a Ramallah che era sotto coprifuoco, con quel taxi
che ci portò dove poteva, il resto a piedi, di corsa. Come ridemmo
dell’impacciato giornalista americano che era con noi..Mi colpirono i
tuoi occhi lucidi e più vivi che mai mentre mi raccontavi di come
avevi visto la guerra da vicino. E quell’articolo che ti chiesi al
rientro per il libro che stavamo mettendo insieme che finì proprio di
fianco alla mia foto.
Ero felice che fosse finita proprio lì, accanto alle tue parole.
Caro Ivan, sono orgogliosa di averti conosciuto, anche se nel breve
intervallo di una vita.
Resterà intatto il ricordo di quella primavera romana che passammo insieme.
Ti porterò per sempre nel mio cuore. Spero che basti per farmi
smettere di piangere e consolarmi del fatto di non averti più rivisto.
L’avrei fatto un giorno ne ero sicura, ti pensavo spesso e ti leggevo.
Anche di recente ho pensato a te e adesso so che eri felice. Leggo le
parole d’amore di chi ti ha voluto bene e so che hai vissuto a pieno
la tua vita, senza rimpianti e soprattutto ho avuto la conferma della
fantastica persona che eri.
Non sapevo del pastore tedesco e della bellissima rubrica sugli
animali, potevo arrivarci.
Non ti dimenticherò mai.
elisa romagnoli
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