Voglio parlare di Ivan, e di me, perché una cosa voglio dirla subito: è incredibile, anche a distanza di due mesi, scoprire quanta gente sia stata “toccata” da Ivan.
Intendo dire in maniera non rituale, formale. E’ una cosa che ho percepito forte, quasi traumatica, il giorno dei suoi funerali in quel caldissimo giorno di fine luglio; ma questa sensazione mi è ritornata più volte, in più occasioni, parlando con gente, compagni, diversissimi per interessi e carattere.
Non posso in realtà sorprendermi di ciò, perché è quello che è successo a me.
La sua umanità era, per così dire, “dilagante”, traboccava, e chi per natura tiene il cuore e la mente aperta proprio non poteva fare a meno di riceverla quella umanità che si presentava con un sorriso, con una battuta, con un’idea.
Ivan l’ho conosciuto un autunno di qualche anno fa (era il 2004)..l’ho conosciuto su un campo di calcetto, ricordo perfettamente la stretta di mano, il rituale dei nomi che si comunicano, ricordo la posizione precisa dove eravamo, ricordo le maglie rosse della squadra del circolo di Pietralata (di cui ero il segretario allora)..stavamo facendo la “sgambatura” iniziale prima della prima partita del torneo di calcetto tra i circoli di Rifondazione di Roma..e lui, come Daniele Zaccaria, erano i due oriundi del giornale che giocavano con noi.
Mi fece subito simpatia questo ragazzone dalla faccia sveglia..sarà che c’aveva l’aria di uno grosso che però si sente “smilzo” nell’anima..esattamente come me..:-)
Una delle cose che mi piacciono dei miei adorati Balcani è proprio questa: quando viaggi per quelle terre la fisicità conta, ci si “prende” anche per questo, e trovo ipocrita questa cosa tutta occidentale di frustrare o ridimensionare il lato fisico del conoscersi.
Già, i Balcani, di cui ho letto suoi bellissimi articoli, e di cui mi sarebbe tanto piaciuto parlare con questo possibile amico che non avrò…
Ritornando a quel torneo, Pietralata non doveva partecipare, lo sapemmo all’ultimo minuto, ci organizzammo al volo e giocammo pure noi, “Zac” in porta e Ivan in mezzo al campo a gestire la difesa e le ripartenze..
..e proprio qualche minuto dopo la nostra conoscenza, ecco un passaggio di Ivan dopo una palla recuperata in difesa, mi arriva sull’out di sinistra, un paio di tocchi, e poi diagonale di sinistro, il mio piede: portiere abbattuto, letteralmente..non avevamo segnato ma avevamo dimostrato che eravamo forti!
Il torneo lo vincemmo, squadra eccezionale, supermister (Massimino), presidente e preparatori atletici fantastici (i fratelli Brignardelli e il presidente Franco!)..Ivan si fece male al ginocchio alla seconda partita ma fu presente con noi, soprattutto nei festeggiamenti a via del Peperino..in giro ci deve essere una nostra foto con la maglietta storica “Pietralata regna”..
Ivan era uno che quando veniva a Pietralata non si portava la targhetta “via del policlinico”..come capita a qualcuno che lavora in direzione o al giornale..lui non aveva l’aria di chi veniva a portare la Pravda a Pietralata, ed allo stesso tempo non si poneva con l’approccio di chi viene a passare un paio d’ore di relax in borgata, coì’ come si potrebbe fare un giro allo zoo..
Per questo la gente, i compagni di Pietralata, gli voleva bene davvero, lo sentiva come uno di noi, molto più di compagni illustri che vengono e son venuti a Pietralata da più tempo e più volte..ma, ripeto, la frequenza, il numero di volte, non è una variabile importante quando parli di persone con l’umanità di Ivan..
Ivan l’ho visto sporadicamente in questi anni, il tempo di un “bella, come stai?” e poi tra maggio e luglio, in questo assurdo tunnel psicosociopolitico che è stato il VII congresso di Rifondazione, ha deciso di tesserarsi e di far politica attiva a Pietralata..c’è stato alle assemblee pre-congressuali, ha partecipato al congresso, è venuto anche al primo direttivo del circolo post-congresso, in un caldissimo pomeriggio di luglio (caldo come quel maledetto pomeriggio del Verano..)..
Dopo il mio intervento al congresso, in cui, tra l’altro, preoccupato, dicevo che dopo non aver capito l’atomizzazione della società, stavamo rischiando di riuscire, con le modalità congressuali che una parte del partito aveva impostato, nella difficile impresa di dividere l’atomo che era diventata Rifondazione, ricordo che venne a farmi i complimenti. Per me fu una soddisfazione incredibile, perché era uno brillante a scrivere, che articolava i pensieri bene assai..
L’ultima volta che l’ho visto è stato appunto al primo direttivo del circolo, a metà luglio..ricordo che sorrise del mio ossimoro quando, parlando di tutto quello che aspettava l’area Rifondazione per la Sinistra, dissi che bisognava avere “il coraggio di avere paura”, perché tirava una brutta aria e bisognava aspettarsi il peggio, anche col 48%..era bello, bello a priori, ma bello nella sua voglia di impegnarsi, era esaltante per noi, ricordo una chiacchierata con Maurizio in cui ci entusiasmavamo a vicenda per quel che Ivan avrebbe potuto dare e fare a Pietralata, per aprire veramente il campo della sinistra, con l’ambientalismo (quanto c’avrei voluto parlare di tante cose porca miseria!), con i mille contatti col mondo, con la sua mente e cuore aperti, freschi..
Invece, invece un sabato al tramonto, davanti al mio mare Jonio, nel pieno di un dibattito sulle eco-mafie che stavo facendo in Calabria con Libera, rispondo alla telefonata di Maurizio, che in lacrime mi dice quello che era impossibile credere..inaccettabile..guardavo quel mare (avrei scoperto dopo che quella era un’altra passione comune, che magnifico possibile amico che mi son perso..) e chiedevo alla mia parte credente di darmi un motivo per spiegare dov’era la presenza di Dio in questo evento..
Ho viaggiato due notti, per venire e tornare da Roma riuscendo a rispettare gli impegni giù e comunque esserci al funerale..ma per Ivan questo ed altro..ed in macchina, con la radio accesa, mi veniva in mente che avrei voluto chiedere a Laura, che avevo visto il giorno del congresso, qual’era la musica preferita di Ivan..che pensieri sciocchi ti fa fare la tristezza e la stanchezza!
Quel pomeriggio al Verano ho pianto senza ritegno..era incredibile vedere tutta quella gente che non era lì per circostanza, era lì perché un pezzo di sé se n’era andato.
Ricordo il volto di Nichi, casualmente vicino a me, davvero addolorato, provato..e poi quelle testimonianze piene di affetto, di malinconica dolcezza per questo ragazzone di 37 anni che davvero sembrava aver toccato mille vite in una vita sola..e poi il racconto di Laura..lì le lacrime sono uscite senza nessun pudore..non è facile per me piangere in pubblico, non lo dico per dire..mio padre è stato ammazzato dalla ‘ndrangheta quando avevo 8 anni..e quando mia mamma venne a dircelo, a me e mia sorella, portati lontano per protezione, io non piansi, troppa gente intorno..da lì è rimasta questa avversione a piangere in pubblico..ma durante il racconto di Laura piangevo e non mi nascondevo.. perchè il dolore era dentro di me, vestito della dolcezza di quei ricordi, di due strade che decidono di avvicinarsi per diventare casa e riprendere la strada insieme..e forse quanto questa cosa mi tocchi lo può capire solo un’altra Laura..ed in questo, anche in questo, sento vicino Ivan..vicino come era quel giorno al direttivo del circolo.. seduto proprio lì, a metà del tavolo dei volantini, entrando, sulla destra..
Quando l’ho salutato dovevo andar via per andare a un’altra riunione, frettolosamente (maledetta politica piccola delle beghe di partito!)..volevo parlargli del viaggio in Nepal che avrei fatto ad agosto..e Dio (e Maurizio, che informavo via sms) sanno quante volte lì, a 4 mila metri ho pensato che lui avrebbe scritto pagine bellissime di questo piccolo paese appena diventato maoista, stretto tra Cina ed India, tra l’Himalaya e Buddha..
Per tutti questi motivi disordinati e confusi, e per tanti tanti altri, che questo circolo sia intitolato alla memoria di Ivan è solo un piccolo segno, nulla rispetto al dolore di Laura, di Dino e Francesca, nulla rispetto al vuoto che ha lasciato in mille vite, ma è un segno assolutamente importante e necessario per noi, del circolo “Ivan Bonfanti” di Pietralata.
Alfredo
Leave a reply