Per mesi sono rimasta incerta se pubblicare gli articoli di Ivan. Ricordo che una sera mi chiamò dalla Romania, dopo un lungo viaggio in autobus da Roma con i rumeni che scappavano dalla caccia allo zingaro, per leggermi con titubanza il pezzo appena scritto.
Era bellissimo. Era bellissimo perché Ivan sapeva tradurre in parole gli sguardi, le persone, la vita. Eppure non era soddisfatto, raramente lo era. Inquieto, cercava di perfezionarsi sempre. Tutti voi che lo conoscete – parlo al presenteperché Ivan lo conoscete anche adesso – sapete quanto amasse fare la valigia, prendere un aereo e tuffarsi nella realtà delle cose con una umanità preziosa. Nel nostro viaggio a Gerusalemme abbiamo incontrato Ugo Tramballi, bravissimo giornalista del Sole 24ore e amico di Ivan. Ha detto: <Ivan non aveva la spocchia e il cinismo naturale in molti inviati in zone di conflitto>. Non rimaneva in albergo a inventare strade e pallottole mai viste. Sono rimasta incerta per lungo tempo perché Ivan pubblicava ma non vantava nulla, mai. Tuttavia penso, pensiamo, che leggere i suoi pezzi ci aiuta a sentirlo vicino e ci aiuta, anche, a trovare il filo della storia presente raccontata attraverso i suoi occhi, la sua tastiera. Oltre ai reportage, ho voluto includere anche i pezzi scritti da Roma.Per settimane l’intera redazione ha sfogliato l’immenso archivio (10 anni di quotidiano, oltre tremila numeri e inserti e approfondimenti) per scovare e fotocopiare i suoi pezzi. Ringrazio tutti i miei colleghi e specialmente Laura, Betta e Tiziana per aver catalogato tutto con la consueta precisione.
Vi abbraccio con affetto,
Laura
https://associazioneivanbonfanti.org/index.php/category/gli-articoli-di-ivan/
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