Carissimi amici e soci,
๐ฑ๐ผ๐บ๐ฒ๐ป๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐ฑ ๐ผ๐๐๐ผ๐ฏ๐ฟ๐ฒ ๐ฎ๐น๐น๐ฒ ๐ผ๐ฟ๐ฒ ๐ญ๐ญ.๐ฌ๐ฌ ci daremo appuntamento per la premiazione della vincitrice
del concorso giornalistico dedicato a Ivan.
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Poichรฉ la sede non รจ enorme, vi preghiamo di mandarci una email a ๐ฎ๐๐๐ผ๐ฐ๐ถ๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ๐ถ๐๐ฎ๐ป๐ฏ๐ผ๐ป๐ณ๐ฎ๐ป๐๐ถ@๐ด๐บ๐ฎ๐ถ๐น.๐ฐ๐ผ๐บ per informarci della vostra presenza.
La vincitrice, anche quest’anno, la conosciamo giร . Si chiama Michela Iaccarino e l’anno scorso ha vinto il premio Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) con un bel reportage dalla Romania sulla caccia all’orso. Nel 2025 vince invece il premio Ivan Bonfanti con un servizio dal Kazakistan – pubblicato sul quotidiano Il Domani – dove viene raccontato il destino dei giovani russi scappati all’estero per non essere obbligati a uccidere i loro coetanei ucraini.
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MICHELA IACCARINO
Lungo strada Gogol ad Almaty, nei dintorni della catena di negozi di dischi Meloman, in uno dei bar piรน hipster della cittร , Igor sorseggia il terzo caffรจ della giornata. Quando la guerra contro l’Ucraina รจ cominciata ed รจ scappato dalla sua cittร , Mosca, pensava che il suo โpassaggio kazakoโ sarebbe durato solo qualche mese. Oggi il compositore โ il cognome, per ragioni di sicurezza, non vuole che venga diffuso- si accorge che ha trascorso qui, tra le vetrate colorate e i tavoli di legno laccati del locale, la maggior parte delle sue giornate degli ultimi due anni. Il trentenne raggiunge il ritrovo degli artisti locali ogni mattina per scambiare chiacchiere tristi con altri russi che, come lui, hanno abbandonato la Federazione per paura di essere arrestati o essere arruolati e spediti al fronte.
โDa quando รจ scoppiata la guerra, viviamo in un limboโ dice. Alle spalle ha una separazione e una lista di tutti i pavimenti e divani su cui ha dormito da quando ha bussato alle porte dei conoscenti che gli rimanevano ad Almaty, dove da bambino veniva in vacanza. La notte in cui ha scelto di dire addio a Mosca รจ stata quella della sua personale deflagrazione: โil gruppo in cui suonavo si รจ sciolto per ragioni politiche. Il batterista anti-putiniano รจ fuggito in Europa e ha smesso di parlare con tutti quelli che rimanevano in Russia, giudicandoli complici del governoโ. Intorno al tavolo del bar porta via le tazze una cameriera dalla chioma bruna e gli occhi a mandorla: in questa che era la vecchia Capitale del piรน grande degli ex ‘Stan sovietici, i giovani kazaki come lei, a differenza delle generazioni precedenti, โstanno riscoprendo la loro identitร e, soprattutto, da quando la guerra contro l’Ucraina รจ cominciata, non amano esprimersi in russo, anche se rimane una delle lingue ufficiali del Paese. Ad Almaty volevamo ricominciare da zero, ma non ci siamo mai allontanati dal punto di partenza: siamo fuori luogo, geograficamente, spiritualmente, anche economicamente:โ. Igor ha provato prima a stabilirsi in Georgia, a Tblisi, come hanno tentato di fare in migliaia dei suoi coetanei, โma io una mattina mi sono stancato di leggere ‘fuck russians’ sui muri e me ne sono andato. Sono stanco dell’odioโ. Tutti i risparmi che aveva li ha spesi in psicoterapia: โero sempre spaesato e depresso per la rabbia che si รจ impossessata di tutti. Sono russo, ma non posso scontare una colpa collettiva per crimini commessi da altri. Noi auto-esiliati siamo vittime minori: le nostre case non sono state bombardate, non siamo morti, ma dal 2022 nemmeno noi abbiamo piรน vissutoโ.
Il giovane non ha piรน la stessa faccia che appare sullo schermo del suo cellulare: una fotografia di quando sorrideva in una delle strade della Capitale russa. Lo sguardo indifeso che ora posa su tutto ciรฒ che lo circonda, l’inquietudine che lo corrode, lo fanno apparire piรน giovane di allora. Questa รจ la sua ultima notte ad Almaty ed รจ felice: โho deciso di tornare a Mosca. Non mi sembra di tornare a casa, ma in una terra stranieraโ. Non tutti comprendono la sua scelta, non i suoi genitori, che da tempo abitano in Germania e partecipano a tutte le manifestazioni in cui si sventola la bandiera gialloblu in solidarietร di Kiev.โNon importaโ conclude il ragazzo: โtornare indietro รจ difficile, ma andare avanti in questo modo รจ impossibile. Sono in un tupik, in un vicolo cieco, da troppo tempo. Non la sto dando vinta a Putin, ma alla stanchezzaโ.
Nel 2022 la Federazione russa ha perso, secondo i calcoli di uno dei principali istituti finanziari russi, l’Alfa Bank, almeno l’1,5% della sua forza lavoro (piรน di un milione di individui sono fuggiti all’estero). Decine di migliaia di giovani come il musicista sono arrivati ad Almaty in due ondate. La prima risale alla fine di febbraio 2022, quando i carri armati russi hanno varcato il confine ucraino; la seconda รจ stata registrata nel settembre dello stesso anno, quando รจ stata dichiarata dal Cremlino quella mobilitazione parziale che hanno cercato di evitare tutti gli uomini in etร di leva. Mai cosรฌ tanti russi erano scappati oltre frontiera dagli anni ’90, quelli in cui รจ collassato il gigante comunista. Ora, perรฒ, l’esodo sta scorrendo al contrario: รจ iniziata la migrazione inversa di chi torna in patria. Non tutti decidono di rientrare per le difficoltร del rinnovo dei documenti, permessi di soggiorno e visti: molti sono attratti anche dall’impennata dei compensi dettati da una grave carenza di personale generata dall’impiego di specialisti al fronte. โI miei amici che non sono andati via hanno visto raddoppiare i loro salari e, intorno, non avevano piรน competizioneโ racconta Aleksey, ingegnere. Tra qualche settimana torna in Siberia anche perchรฉ ad Almaty โnessuno vuole ascoltare le storie dei profughi russi, nemmeno i russi che vivono in Kazakistan da sempreโ. Secondo gli economisti dell’agenzia Bloomberg questa migrazione inversa ha giร contribuito di un terzo all’aumento del 3.6% del Pil russo dell’ultimo anno.
In uno dei grattacieli della cittร che si staglia nel grigio dei casermoni d’epoca sovietica, porte e portoni si aprono inserendo un codice alfanumerico sui citofoni, proprio come in Russia. Anton ha preso in affitto questa stanza per poche settimane: dal 2022 vive tra il Kazakistan e la Turchia. L’unica vera casa che gli rimane รจ una valigia nera, ormai logora. โCi sono almeno dieci capi d’accusa per le nuove leggi liberticide varate dalla Duma per cui possono arrestarmi se rimetto piede in Russia. Lo sapeva anche la mia ex fidanzata, che comunque non ha resistito a vivere cosรฌ ed รจ tornata a casaโ racconta. Nella stessa notte in cui Putin ha dichiarato l’invasione, prevedendo nuove retate ed arresti, il ragazzo che faceva parte del gruppo Navalny ha cominciato la sua traversata per lasciare il Paese. โIn Russia ho scelto di non tornare mai piรน. ร una gabbia, la piรน estesa del mondo. Ma avere una patria mi mancherร per sempreโ. Mentre parla continua a litigare in chat con un parente che lavora nella tv ammiraglia della propaganda del Cremlino: altri suoi familiari rimangono in prigione per aver partecipato alle proteste contro la guerra. ร questa la vita quotidiana della nuova diaspora russa, una matrioska di anime scomposte, senza nemmeno piรน un destino comune: โmolti intellettuali russi non sono riusciti a trovare ‘il loro posto’ altrove, al contrario dei russi comuni, che sono fuggiti senza altra ambizione se non quella di evitare l’arruolamentoโ.
In una delle localitร sciistiche nella periferia di Almaty Petr solleva le valigie dei turisti che arrivano dalla Cina alla Germania per esplorare le foreste qui intorno. โIn Russia ora corrono tempi buiโ dice il pietroburghese che non ha nemmeno 20 anni. Ha raggiunto il Kazakistan con tutta la sua famiglia: anche suo padre, come lui, rischiava di finire a combattere in Donbas. Sa che molti dei suoi coetanei sono diventati โcarne in scatolaโ sulle barricate e nemmeno i loro corpi torneranno a casa. La pace ora dice di averla trovata qui, tra le seggiovie verso i picchi dei monti Transili Alatau: โVedi, anche qui ci sono le betulle, come in Russiaโ.
โโโโโโโ-
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Grazie!!

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