Come altri, avevo conosciuto Ivan solo da pochissimo, per via di quella pagina di Liberazione tutta in difesa degli animali. So che il dolore di chi ha condiviso tanto con lui è infinitamente grande e nutrito di innumerevoli ricordi di lui e delle tante cose di cui si è occupato, ma sento che dobbiamo ringraziarlo in un modo speciale anche per questo suo essere stato capace di fare quello che nessuno, dalla sua posizione, ha mai fatto: schierarsi con i più deboli di tutti, quelli che nemmeno gli altri deboli si prendono la briga di considerare, ed è andato contro corrente, osando, per quello che ora scopro essere stato un suo amore grande e profondo, per il suo Bacco e per tutti gli altri Bacco di questa terra. Solo le persone che non si accodano, che imboccano strade nuove possono modificare lo stato delle
cose: per farlo ci vuole coraggio, si deve uscire dal coro e scrivere la proprio musica anziché cantare tutti in ordinata fila quella degli altri.
Il senso di ingiustizia per la sua morte è profondo, perché nonostante tutto si continua a credere che la giustizia regga le cose di questo mondo; lo sappiamo, non è così, ma se dobbiamo vivere solo un brandello minuscolo, una briciola di eternità lo vorremmo fare condividendo il nostro tempo con i nostri compagni di vita, quelli che sono profondamente dentro alla nostra storia e che ne fanno parte inestricabile, e quelli che ci capita di incontrare, con i quali quasi con stupore ci troviamo un giorno a percorrere un pezzetto di strada, con la meraviglia di scoprire che sì, esistono altri fino ad ieri sconosciuti che vivono altrove, ma che sono proprio così come ci piace, sensibili, attenti, generosi.
Come a volte succede, il film si è subito interrotto, la pellicola è bruciata: il seguito resta nella nostra testa e nei nostri desideri.
Forse per essere per sempre giovani e belli, gli eroi devono morire: agli altri l’impegno, divenuto più amaro, di continuare nonostante.
Annamaria Manzoni
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